Gli Attacchi di panico

Gli Attacchi di panico

Prima di parlare degli attacchi di panico e della loro manifestazione, è opportuno riprendere il concetto di ansia (cfr. articolo sopracitato).


Ovvero quando parliamo di sintomi complessi da gestire e che inducono forte sofferenza nelle persone dobbiamo fare riferimento più nello specifico al concetto di patologia.

L’ansia è patologica quando compare in assenza di uno stimolo scatenante, o quando è una risposta inappropriata esagerata e disfunzionale a un determinato stimolo. Nel primo caso lo stato ansioso compare acutamente ed è caratterizzato da dispnea e sensazione di soffocamento, sintomi neurovegetativi, sensazione di sbandamento, paura di morire o di perdere il controllo (attacco di panico). Questi fenomeni sono generalmente ricorrenti, di breve durata, e possono essere inattesi o situazionali, cioè scatenate da stimoli o situazioni. Nel secondo caso lo stato ansioso si manifesta in maniera costante, disturbando il paziente durante tutto l'arco della giornata con i sintomi già descritti, non gestibile con il ragionamento nonostante il paziente riconosca la natura esagerata della sua reazione (ansia generalizzata). Non raramente questi due condizioni patologiche di ansia coesistono nello stesso individuo. Nei disturbi d’ansia la comorbidità è più una regola che un’eccezione. Sintomi ansiosi sono frequenti in molti altri disturbi: nei Disturbi dell’Umore, nei Disturbi da Abuso di alcool e sostanze, nei Disturbi del Sonno, nel Ritardo Mentale, nei Disturbi dell’Alimentazione.

Nel nostro laboratorio mentale, troviamo le risorse per far fronte ai nostri problemi, quelli esterni legati all’ambiente, ed interni, propri della nostra vita emotiva.

Disponiamo così di risorse psicologiche che fanno parte della nostra persona (come l’ottimismo o un Io forte o l’amore per le novità e l’avventura) e che ci attenuano i momenti difficili.

In particolare abbiamo dei processi psicologici che tendono a difenderci dalla tensione ansiosa; sono le difese dall’ansia, paragonabili alle difese immunitarie dell’organismo.

Questi processi sono numerosi, essi agiscono in gruppo, rinforzandosi a vicenda; è pure importante ricordare che le difese dell’ansia sono presenti ed operanti in tutti (nelle persone “normali” come in quelle nevrotiche) perché tutti, più o meno, abbiamo dell’ansia.

E’ opportuno riconsiderare le coordinate iniziali sull’ansia, su come queste siano interagenti tra loro

La loro presenza è da considerare normale o patologica solo in base a come vengono impiegate; a quanto si dimostrano efficienti come difese, ed ai loro relativi apporti costruttivi o deleteri nell’economia psichica generale.

Il primo attacco di panico è spesso del tutto spontaneo, anche se occasionalmente può far seguito ad eccitazione, esercizio fisico, attività sessuale o ad un trauma emotivo modesto. Il Dsm-IV ribadisce che, per soddisfare i criteri diagnostici per disturbo di panico, almeno i primi attacchi devono essere inaspettati (senza causa scatenante). Il medico dovrebbe cercare di accertare qualsiasi abitudine o situazione che tipicamente precede l’attacco di panico di un dato paziente. Queste attività possono comprendere l’uso di caffeina, alcool, nicotina o altre sostanze, schemi atipici di sonno o alimentari e situazioni ambientali specifiche, come una luce violenta sul posto di lavoro.

Gli attacchi di panico spesso iniziano con un periodo di dieci minuti di rapido aumento della gravità dei sintomi. I principali sintomi mentali sono paura estrema e senso di morte imminente o destino segnato. I pazienti di solito non sono in grado di riferire la fonte della loro paura, si sentono confusi ed hanno difficoltà di concentrazione. I segni fisici spesso comprendono tachicardia, palpitazioni, dispnea e sudorazione. I pazienti spesso cercano di abbandonare qualunque situazione nella quale si trovano per cercare aiuto. L’attacco di solito dura da 20 a 30 minuti e raramente più di un’ora. Un esame formale delle condizioni mentali durante un attacco di panico può rivelare ruminazione, difficoltà a parlare e un’alterazione della memoria. I soggetti colpiti possono provare depressione o depersonalizzazione durante un attacco. I sintomi possono recedere rapidamente o gradualmente. Fra un attacco e un altro i pazienti possono presentare ansia anticipatoria relativa alla possibilità di avere un altro attacco. La differenziazione fra ansia anticipatoria e disturbo d’ansia generalizzato può essere difficile, anche se i soggetti con disturbo di panico con ansia anticipatoria sono capaci di indicare lo stimolo della loro ansia.

I timori fisici di morte a causa di un problema cardiaco o respiratorio possono rappresentare il principale oggetto dell’attenzione del paziente durante gli attacchi di panico. I soggetti possono ritenere che palpitazioni e dolore toracico indichino l’imminenza della morte. Fino al 20% di costoro ha in effetti episodi sincopali durante un attacco di panico.

Tipicamente i pazienti che si presentano al Pronto Soccorso sono giovani, in ottima salute fisica e nonostante ciò affermano con insistenza di essere sul punto di morire per un attacco cardiaco.

 


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