Ansia: eliminarla o comprenderla?

Ansia Saronno

Ansia: eliminarla o comprenderla?

Dici ansia e pensi subito a patologia.


Troppo spesso dimentichiamo che l'ansia, prima di divenire fattore disturbante e patologico, è uno stato psicofisiologico, è una reazione del nostro sistema somapsiche rispetto a situazioni rappresentate, anticipate o vissute.

L'ansia è fatta di attivazione fisiologica prima di tutto: una risposta del nostro sistema nervoso di fronte a un evento che sta per accadere o che sta accadendo. Una preparazione, in altri termini, ad affrontare al meglio il mondo esterno e in particolare ciò che è ritenuto degno di attenzione, rispetto e talvolta anche timore.

Il meccanismo che produce ansia, dunque, nasce come nostro alleato, come un aiuto che ci vuole rendere più pronti e reattivi nei confronti di una determinata situazione, che si vuole affrontare nel modo migliore. I problemi nascono quando questo livello di preparazione, di pre-occupazione, è in misura tale da non essere più un ausilio, ma un limite che può addirittura portare danni.

In questi casi, l'ansia prende il posto dell'attenzione e della concentrazione, non solo non aiutando, ma peggiorando le cose. La "prestazione" che si sarebbe potuto offrire grazie a un'adeguata preparazione mentale lascerebbe infatti il posto a una "performance" condizionata da stress, timori, paure e senso di inadeguatezza. Ma non è eliminando l'attivazione fisiologica che si risolverebbe la situazione.

In effetti, non essere minimamente preparati ad affrontare qualcosa (ipoteticamente azzerando tale attivazione fisiologica) non rappresenterebbe certo la soluzione: non è con il disinteresse e il distacco che si riesce bene nelle cose…

La questione sta nel trovare (e mantenere il più possibile costante) quel punto di attivazione ottimale che possa fornire supporto senza ostacolare, che possa sostenere nella difficoltà senza però far vedere solo la difficoltà stessa… e perdercisi dentro!

In altri termini, si tratta di riscoprire le "buone intenzioni" dell'ansia, di farsela "amica" e di saperne poi utilizzare la componente positiva.

Predisposizioni personali, storie biografiche e abitudini creano e lasciano in noi una grande variabilità rispetto a questa dimensione. Tuttavia, un lavoro mirato e consapevole su di sé può portare a modificare il proprio rapporto con l'ansia, fino a riuscire a vederla, incredibilmente, come una parte di noi non più da combattere, ma da integrare nella nostra straordinaria complessità di esseri umani.

 


Argomenti trattati in questo sito: Terapia di coppia - Ansia - Attacchi di panico - Adolescenza


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